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mercoledì 24 agosto 2011

NON CERCARMI, NON TI TROVO



                                    
Nuovi dati confermano l'Italia fanalino di coda per il lavoro giovanile, inteso fino ai 35 anni, sebbene a questa età, un tempo, più che essere giovani in cerca in lavoro si aveva il pensiero di portare avanti una famiglia. Eppure le imprese faticano a trovare le risorse necessarie. Come dire che un lago è traboccante di pesci e le reti tornano spoglie. Roba degna del crozziano Assurdistan. Evidentemente il filo impresa-lavoratore è interrotto. E si è spezzato durate gli anni di inutile studio. Come ancora più inutili si rivelano i corsi di millantata formazione che creano aspettative disattese, allungano i tempi di inserimento, sottraggono fondi pubblici e aumentano il caos nei curricula dei corsisti. Si contesta che chi ha un titolo non si adatta e non ha umiltà, forse perché cinquant'anni di DC ci hanno abituati che un posto per sistemarsi si trova sempre, a prescindere dal merito, seduti e con orari ben precisi. Così come l'ultimo ventennio ci ha insegnato che la carriera migliore è nei privé e nei salotti televisivi. Ciò nonostante, guardandosi attorno, la giovane Italia ha voglia di fare, o almeno vorrebbe fare, se solo potesse fare.

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