mercoledì 22 febbraio 2017

PAROLE, PAROLACCE E PAROLE VUOTE





bla-bla


Quando ero piccolo, nella mia nera e violenta Catania, erano gli anni 80.
Quelli in cui guidavi l'auto senza cintura e il motorino senza casco, in cui si votava
democristiani  e socialisti, si alzavano interi quartieri abusivi e la sigla hccp non esisteva, al massimo c'era la CCCP (che di divieti ne aveva anche di più!).
Eppure, una certezza era che non si usassero parolacce in presenza di bambini e donne. Obbligo che valeva tanto per anonimi incravattati con ricci all'indietro e occhialoni che per affiliati a cosche reggenti. Era come dire che tutti dovevano porsi un limite.
Poi, crescendo, nel pieno dei miei mutamenti non ho realizzato a pieno i mutamenti del resto del mondo.
Oggi, che siamo più consapevoli di tutto, che vogliamo salvare il pianeta, che riconosciamo i diritti agli animali, che differenziamo lo smaltimento tra il foglio del bloc notes e lo scontrino, mediamente abbiamo la lingua più sporca del bancone di taglio di un pescivendolo, a prescindere d chi ci troviamo di fronte.
Ignorante di scienze umane applicate terminanti in "logia", non so se sia solo rabbia covata o fisiologico cambiamento dei costumi sociali.
Ritengo che, nel complesso, manchi proprio il concetto di rispetto: di sé, degli altri, dei contesti, delle situazioni.
Probabilmente, molte persone, non sanno neppure che la Biologia abbia affibbiato dei nomi specifici come "testicoli" e "natiche", così immagino che tra vent'anni ci troveremo a parlare con i medici come fossimo al chiosco antistante lo stadio.
Le parolacce non saranno più tali, saranno le parole "giuste", di uso comune.
A quel punto sorgerà il problema di inventarne di altre per quando occorrerà sfogarsi.
Sempre negli anni 80, vigeva un'altra certezza: che l'arbitro fosse cornuto appena entrasse in campo; dunque prima ancora di portarsi il fischietto alla bocca, addirittura sin dal riscaldamento pre-gara.
Poi, negli anni 90 gli opinionisti della televisione ci hanno insegnato che l'arbitro è un atleta come gli stessi che dirige, per giungere ad oggi 2017, in cui dare del cornuto all'arbitro è un atteggiamento sessista verso la di lui moglie (compagna chiedo scusa...); e se l'arbitro non fosse etero? Peggio! Allora, è omofobia, perché si intende che tutti gli omosessuali siano infedeli.
O addirittura, potrebbe pure arrivare l'indignazione dell'associazione nazionale dei cornuti che non vuole essere accostata alla Associazione Italiana Arbitri.
Fortunatamente, il calcio ormai si può guardare solo su Sky, e non avendone acquistato mai alcun pacchetto, evito di sentirmi a disagio verso gli altri e verso me stesso.

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