Davvero in Italia non sappiamo più a che santo votarci. Se spesso Di Pietro è sembrato l’unica opposizione esistente, sul tema “spiagge” anche il focoso ex pm si rivela incline a italiche interpretazioni e ricezioni. Perché quando una normativa non piace, cioè è democratica e innovativa (alla faccia delle sbandierate riforme), basta non recepirla. Questa è la soluzione prospettata dal capo dell’ Idv, o se preferite, una deroga, un’ eccezione.
In fondo tutto il nostro Paese fa eccezione. Persino nella gettonatissima Formentera le concessioni durano appena quattro anni, ma da noi bisogna tutelare gli imprenditori balneari e dare loro la sicurezza temporale del ritorno degli investimenti, senza i quali le strutture non possono migliorare l’offerta e i turisti andrebbero altrove; una sicurezza addirittura secolare. Dunque si tratta di garantire continuita agli investitori ? No, per il Ministro Prestigiacomo, il rischio era, invece, che arrivassero investitori stranieri nei nostri litorali. Dunque, i lavoratori non hanno diritto a alcuna certezza ma chi ha messo le radici da generazioni sul suolo pubblico deve godere di assoluta tutela. Quanto ai capitali stranieri, talvolta sono stati auspicati e graditi…stavolta ci scopriamo protezionisti ?
Sta di fatto che se confermato il piano che prevede la concessione demaniale per 90 anni, L’ UE non starà zitta dato che l’ Italia è nel mirino da tempo, perché in contrasto con la direttiva europea Bolkestein che indica aste pubbliche periodiche per la concessione di aree turistiche demaniali. Come faremo a giustificare che siamo un Paese turisticamente molto ricettivo, ma che non recepisce giusto le normative a favore della libera concorrenza? Forse affidando un’ arringa difensiva a Di Pietro? O facendo raccontare una barzelletta inedita a Berlusconi ? O spiegando che da noi vige ancora il feudalesimo per cui un territorio è di chi ci ha messo le mani e basta.
…potrebbe essere l’ UE stavolta a non recepire.
immagine: Andreas Gursky
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