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sabato 7 maggio 2011

CASA DOLCE CASA


Sarà pure antipatico e esuberante, ma Karl Lagerfeld ha realizzato un sogno più o meno comune di ogni individuo: una suite di cioccolato. Coadiuvato dal maestro cioccolattiere Patrick Roger, all' interno di un albergo di Parigi a oltre dieci tonnellate di cioccolato ha dato forma di tappeti, arredamenti e accessori. E non solo...Distesa sul letto la riproduzione di un modello nero (per restare in tema); forse anche questo per realizzare un sogno di Lagerfeld ? La creazione è già stata scelta come location della nuova campagna Algida legata al Magnum.

venerdì 6 maggio 2011

IL PAESE DISLESSICO

Davvero in Italia non sappiamo più a che santo votarci. Se spesso Di Pietro è sembrato l’unica opposizione  esistente,  sul tema “spiagge” anche il focoso ex pm si rivela incline a italiche interpretazioni e ricezioni. Perché quando una normativa non piace, cioè è democratica e innovativa (alla faccia delle sbandierate riforme), basta non recepirla.  Questa è la soluzione prospettata dal capo dell’ Idv, o se preferite, una deroga, un’ eccezione.
In fondo tutto il nostro Paese fa eccezione. Persino nella gettonatissima Formentera le concessioni durano appena quattro anni, ma da noi bisogna tutelare gli imprenditori balneari e dare loro la sicurezza temporale del ritorno degli investimenti, senza i quali le strutture non possono migliorare l’offerta e  i turisti andrebbero altrove; una sicurezza addirittura secolare. Dunque si tratta di garantire continuita agli investitori ? No, per il Ministro Prestigiacomo, il rischio era, invece, che arrivassero investitori stranieri nei nostri litorali. Dunque, i lavoratori non hanno diritto a alcuna certezza ma chi ha messo le radici da generazioni sul suolo pubblico deve godere di assoluta tutela. Quanto ai capitali stranieri, talvolta sono stati auspicati e graditi…stavolta ci scopriamo protezionisti ?
Sta di fatto che se confermato il piano che prevede la concessione demaniale per 90 anni, L’ UE non starà zitta dato che l’ Italia è nel mirino da tempo, perché  in contrasto con la direttiva europea Bolkestein che indica aste pubbliche periodiche per la concessione di aree turistiche demaniali. Come faremo a giustificare che siamo un Paese turisticamente molto ricettivo, ma che non recepisce giusto le normative a favore della libera concorrenza? Forse affidando un’ arringa difensiva a Di Pietro? O facendo raccontare una barzelletta inedita a Berlusconi ? O spiegando che da noi vige ancora il feudalesimo per cui un territorio è di chi ci ha messo le mani e basta.
…potrebbe essere l’ UE stavolta a non recepire.

immagine: Andreas Gursky

lunedì 2 maggio 2011

UN BISCOTTO A LUME DI LANTERNA...

E' ampiamente noto che il seguito femminile del calcio abbia vissuto negli ultimi vent'anni un cospicuo aumento. E non solo perché le donne siano affascinate da calciatori belli, prestanti e ricchi, ma soprattutto perché ammaliate dall' adrenalina che solo una partita di calcio, meglio se in curva, riesce a dare. Purtroppo esistono le eccezioni che farebbero venir voglia di dire che il pallone non fa per loro. Come quelle che guardando il campo, candidamente chiedono al fidanzato con la sciarpa della propria squadra al collo: "ma noi chi siamo ?" O come quelle che credono che dal centrocampo in poi si debba tirare in porta, o quelle altre per cui preso un gol la partita è finita, meglio cambiare canale o fare shopping. O come la "sindachessa" di Genova Marta Vincenzi, che fa doppietta (!) dimostrando di non capirne né di calcio né di politica. Pensare che i genoani possano fare la carità calcistica ai doriani è inconcepibile quanto pensare che i blucerchiati mendichino favori dai primi rivali. In quale città vive la signora che amministra Genova ?
Che poi, "solidarietà perché si è in famiglia" ha il sottile sapore di combine, cioè frode sportiva. Sarà lecito in politica, ma non nel calcio.

immagine: deviantart

PERCHE' QUELLA TERRA NON E' (PIU') LORO




 
Mentre le truppe americane vanno con spirito caritatevole e filantropico a esportare la democrazia nel Medio Oriente, o ovunque ce ne sia bisogno (leggi convenienza), si scopre che i Pellerossa continuano a subire ostracismo nella terra che li vede stanziati da sempre. Va bene un presidente nero, cha magari l’ Occidente scambierà per abbronzato (!), ma quegli indigeni rossi…Sarà per colpa del colore.
Una sentenza di pochi giorni addietro ha, così, ammesso la possibilità che “gli indiani d’ America” abbiano diritto a un risarcimento se riusciranno a dimostrare di essere stati discriminati nei bandi di finanziamento per l’agricoltura.
Il sospetto, questo sì legittimo, si deve al fatto che i Pellerossa non riescono mai a usufruire dei fondi destinati al primo settore. Un giudice di Washington ha dunque stabilito che 680 milioni di dollari debbano essere stanziati nel caso in cui i 2700 denuncianti riescano a dimostrare la discriminazione.  Se l’ abuso sarà provato, a ciascun penalizzato dai finanziamenti andrebbero fino a 250 mila dollari d’ indennizzo.





immagine: artofmanliness