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martedì 8 luglio 2014
AFORISMI PARTE II...UN SUONO GORGHEGGIANTE.
sabato 28 giugno 2014
AFORISMI PARTE I ...DEL SABATO
Se
tutto gira alla rovescia, stai percorrendo il senso sbagliato.
Il
senno di poi ci fa recriminare sull'effetto, dimenticandoci della sua
causa.
Il mondo perfetto e' tale solo per chi lo immagina.
Se
a lungo non riusciamo a vedere qualcosa, vuol dire che non vogliamo
guardare.
Spesso
ci rimettiamo alla speranza al fine di non dovere agire.
Un
fiume in piena spruzza appena gli altri ma travolge noi.
martedì 10 giugno 2014
NON SI DICE 'BOCCIATO', NON SI DICE 'RESPINTO' ... VADA PER PROMOSSO!
Fonte foto: http://www.rivistadiagraria.org/riviste/vedi.php?news_id=91
Ogni anno, in questo periodo, qualcuno si ricorda di quanto scriteriata sia la bocciatura scolastica. La tecnica è ormai nota: atteggiamento moderatamente svenevole, dati comparativi tra Italia e resto d'Europa, citazioni (don Milani e Montessori su tutti) e bacchettata finale alla Società. Che tanto, come lo Stato, è imputabile di qualsiasi nefandezza. Colpa oggettiva, come per le società di Calcio.
Riflettevo che alle Elementari sarebbe un trauma viziato da insensibilità, alle Medie agevolerebbe la dispersione scolastica, alle Superiori sarebbe una botta ad una personalità appena fiorente che invece va capita, all'Università un immotivato contrasto alle direttive europee che ci chiedono più laureati.
In sostanza, non si deve bocciare mai. Repetita juvant, ma in altri contesti.
E' vero che la Scuola italiana va migliorata (e forse è un eufemismo), ma di fondo, c'è il presupposto che l'alunno sia un ameba che può solo ricevere passivamente. Se il suo percorso è problematico, il Sistema (altro colpevole!) deve fare di più. Mai responsabilità familiare né personale.
Tutto a tutti. Egualitarismo esasperato. Che suona sia come ideale rivoluzionario, che come slogan (si dice claim!) pubblicitario.
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sabato 22 marzo 2014
SI' PERO' LUI E' ABBRONZATO...
Sul Tg3 un servizio sull'intervista di Grillo a Mentana. Non si parla del merito, ma dei toni, della camicia bianca e dell'abbronzatura. Grillo non percepisce alcun compenso pubblico, vive del reddito da libero professionista. Ciò che si è sempre voluto riconoscere al Cavaliere pregiudicato, il merito imprenditoriale, non vale per un cittadino impegnato politicamente ma che non occupa alcuna carica.
Come si fa a non dargli ragione, quando afferma di dover boicottare i media, stampella di una classe politica senza alcun accenno di credibilità?
Come si fa a non dargli ragione, quando afferma di dover boicottare i media, stampella di una classe politica senza alcun accenno di credibilità?
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sabato 8 marzo 2014
DI RITORNO DA UN VIAGGIO...
Dell'importanza di viaggiare, ne siamo tutti a conoscenza, si rischia di finire nella retorica.
Eppure appena rientrato da New York, qualche considerazione credo di doverla fare.
Innanzitutto per riconoscenza a chi mi ci ha trascinato, perché sì, non avrei voluto andarci. Principalmente perché ho sempre considerato il popolo statunitense cafone e dalla storia misera, abitante di un Paese banalmente considerato e autoimpostosi come capofila di ogni valore positivo, patria di una retorica stucchevole e doppia. Però, ho rilevato delle abitudini che, in parte, mi inducono a riconsiderare questo giudizio netto.
Per esempio, non ho visto l'epidemia di nerd scoppiata da noi, dove gli odiosi occhialoni neri li trovi anche dinanzi a occhi dalla vista aquilina, semplicemente perché è-un-accessorio-must-che-fa-molto-cool. Anzi, non ho visto affatto tendenze di moda: ognuno si veste come gli pare.
Per esempio, ancora, nonostante le stazioni della metro si presentino come postacci, nessuno si permette di parlare a voce alta; e in sei giorni, credo di aver sentito appena un cellulare squillare.
Per esempio, nonostante fossi uno delle migliaia di passeggeri in attesa di timbro sul passaporto, il cop ha biascicato per cortesia qualche parola in Italiano, congedandomi con un 'enjoy Mr. Mannino', mentre il suo omologo di Linate non mi ha risposto al saluto né all'inizio né alla fine della verifica del documento.
Il poliziotto dei controlli, magari di suo è particolarmente gentile, ma a prescindere, davanti al suo bancone una locandina ricordava che il suo volto è quello della Nazione.
E forse questo fa la differenza.
Eppure appena rientrato da New York, qualche considerazione credo di doverla fare.
Innanzitutto per riconoscenza a chi mi ci ha trascinato, perché sì, non avrei voluto andarci. Principalmente perché ho sempre considerato il popolo statunitense cafone e dalla storia misera, abitante di un Paese banalmente considerato e autoimpostosi come capofila di ogni valore positivo, patria di una retorica stucchevole e doppia. Però, ho rilevato delle abitudini che, in parte, mi inducono a riconsiderare questo giudizio netto.
Per esempio, non ho visto l'epidemia di nerd scoppiata da noi, dove gli odiosi occhialoni neri li trovi anche dinanzi a occhi dalla vista aquilina, semplicemente perché è-un-accessorio-must-che-fa-molto-cool. Anzi, non ho visto affatto tendenze di moda: ognuno si veste come gli pare.
Per esempio, ancora, nonostante le stazioni della metro si presentino come postacci, nessuno si permette di parlare a voce alta; e in sei giorni, credo di aver sentito appena un cellulare squillare.
Per esempio, nonostante fossi uno delle migliaia di passeggeri in attesa di timbro sul passaporto, il cop ha biascicato per cortesia qualche parola in Italiano, congedandomi con un 'enjoy Mr. Mannino', mentre il suo omologo di Linate non mi ha risposto al saluto né all'inizio né alla fine della verifica del documento.
Il poliziotto dei controlli, magari di suo è particolarmente gentile, ma a prescindere, davanti al suo bancone una locandina ricordava che il suo volto è quello della Nazione.
E forse questo fa la differenza.
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